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Writer's pictureDina Aletras

Marco Borradori - Sindaco di Lugano - Tutti Insieme

Updated: Jun 23, 2020

L'INTERVISTA


Intervista a Marco Borradori- durante questo periodo intenso e senza precedenti, Marco Borradori, Sindaco di Lugano risponde a domande rivolte al futuro del business, dell’innovazione, della tecnologia, dell’economia e della comunicazione

By Dina Aletras - Aletra Media Group

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Innanzitutto, come sta?

È difficile riassumere in poche parole lo stato d’animo vissuto in quest’ultimo mese e mezzo. Il Ticino, a differenza degli altri cantoni, si è trovato da subito in prima linea a fronteggiare un’emergenza sanitaria che ha stravolto le nostre abitudini e la percezione di salute e di benessere individuale. Questo virus insidioso e invisibile – che purtroppo colpisce in prevalenza le persone più vulnerabili – ha azzerato le relazioni sociali e culturali tradizionali, ha bloccato l’economia e il turismo, ci ha privato dell’abbraccio dei nostri cari e anche della libertà personale.

La preoccupazione iniziale per una situazione inimmaginabile fino a poco tempo fa ha lasciato però subito spazio alla volontà di reagire nel solco dei valori che hanno sempre contraddistinto la nostra città: responsabilità, solidarietà, condivisione, impegno civile, rispetto delle regole e sostegno alle fasce più deboli della popolazione e al settore economico.

Come organizza, pianifica e stabilisce le priorità del suo lavoro in questi giorni?

Sono settimane intense e impegnative, in cui le priorità di intervento sono indirizzate al contenimento del contagio, alla tutela della salute dei cittadini, ma anche a farsi trovare pronti al momento della ripartenza. Il Municipio segue con attenzione l’evoluzione della situazione e valuta giorno per giorno le misure puntuali necessarie per accompagnare e sostenere la popolazione e le aziende durante il periodo dell’emergenza. È attiva un’unità di coordinamento comunale che ha lo scopo di promuovere misure di prevenzione e protezione, in linea con le disposizioni cantonali e federali. Siamo in contatto con lo Stato maggiore cantonale di condotta con cui lo scambio di informazioni è costante.

Gli sforzi della Città sono in questo momento orientati a limitare per quanto possibile l’impatto negativo della crisi, adesso e in futuro. In ossequio alle disposizioni emanate lo scorso 15 marzo dall’autorità cantonale, le attività dell’amministrazione sono state ridotte per limitare il rischio d’infezione e tutelare i collaboratori, continuando però ad assicurare i servizi essenziali alla popolazione.



Il Comune continua a lavorare per dare priorità alle tematiche chiave che affrontiamo quotidianamente e di conseguenza, quali sono state le sfide che lei ha dovuto affrontare?

La protezione della salute pubblica rimane la nostra priorità assoluta. Il Municipio ha fatto delle scelte incentrate sui bisogni e le peculiarità di Lugano, modulando se necessario le indicazioni cantonali. Ricordo ad esempio la decisione tempestiva di chiudere le scuole, le misure introdotte nell’ambito delle manifestazioni, delle infrastrutture sportive e a tutela dei collaboratori e delle collaboratrici dell’amministrazione comunale.

La decisione di chiudere al pubblico spazi di aggregazione e svago come il Parco Ciani, la foce del Cassarate, il sentiero di Gandria e alcuni tratti del lungolago è stata sofferta ma necessaria per evitare gli assembramenti e ridurre così al minimo l’espansione del virus.

Siamo vicini alle persone sole, anziani o adulte, che non possono lasciare il proprio domicilio per ragioni sanitarie o di isolamento preventivo: abbiamo attivato un numero verde gratuito per chi si trova in una condizione di particolare vulnerabilità. L’hotline di Lugano è un potenziamento degli interventi di prossimità a tutela della cittadinanza più esposta all’emergenza.

La Città ha inoltre promosso campagne di comunicazione su tutti i suoi canali e mirate a diversi target per sensibilizzare le persone sull’importanza di seguire le disposizioni emanate a livello federale, cantonale e comunale.

La pandemia in atto avrà importanti ripercussioni sociali ed economiche a livello globale sul lungo termine. Stiamo già lavorando per mettere in campo interventi puntuali a sostegno della popolazione e dei settori economici toccati dall’emergenza.

Questo periodo intenso avrà un effetto a catena in tutto il mondo e soprattutto nelle città e nei paesi più piccoli, quali misure metterà in atto per assistere le imprese di Lugano?

Stiamo vivendo una situazione senza precedenti. La pandemia in corso sta avendo e avrà purtroppo ripercussioni negative anche sull’economia. Tuttavia, a seguito della crisi finanziaria del 2008, il tessuto economico di Lugano ha saputo diversificarsi nel corso degli anni, e questa condizione favorirà certamente una ripresa più rapida.

Siamo stati fra i primi comuni ad adottare, il 18 marzo scorso nell’ambito delle nostre competenze, una serie di misure a sostegno delle attività economiche, contribuendo così a preservare la liquidità delle piccole e medie imprese: ricordo ad esempio la sospensione dell’affitto per i locali commerciali o il differimento del pagamento delle imposte e delle tasse comunali. Il 9 aprile sono state implementate ulteriori misure, come la rinuncia alla riscossione delle tasse relative all’occupazione dell’area pubblica per il primo semestre del 2020. Stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione della situazione e non esiteremo a intraprendere ulteriori passi in sinergia con quanto messo in atto dalla Confederazione e dal Cantone.

Quali sono stati per lei i migliori cambiamenti strategici e il supporto finanziario da parte di Berna? Quali misure non sono state in grado contenere il quadro economico attuale?

Il Consiglio federale ha agito con rapidità. Il diritto alle indennità per lavoro ridotto e alle indennità per perdita di guadagno è stato esteso per evitare che alcune fasce della popolazione restassero senza alcun reddito. Inoltre, in Ticino, sono stati finora concessi oltre 8'400 prestiti garantiti per un importo pari a circa 1 miliardo di franchi. Sarà importante, in futuro, continuare a monitorare la situazione e, se necessario, adeguare le misure esistenti o introdurne di nuove, come abbiamo visto di recente per i lavoratori autonomi.

Ha valutato la situazione finanziaria delle piccole e medie imprese? Negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito una grande percentuale di esse non può sostenere la chiusura per più di 30 giorni; e in questo paese? Crede che il responso strategico sia stato sufficiente?

Allo stato attuale non è possibile misurare con precisione le ricadute economiche della crisi. Le previsioni a livello nazionale indicano una forte contrazione del PIL e si attendono ripercussioni negative anche per Lugano e la nostra regione. Le misure implementate hanno lo scopo di aiutare le imprese a superare la situazione emergenziale determinata da COVID-19, mantenere i posti di lavoro ed evitare fallimenti. I provvedimenti adottati fino a questo momento in Svizzera hanno ricevuto un ampio apprezzamento dagli economisti, sia nel nostro Paese che all’estero.

Quali sono gli obiettivi positivi a lungo termine che si stanno valutando per aiutare il turismo di Lugano nei prossimi mesi? È stato attuato un piano?

Il turismo ticinese è stato messo duramente alla prova dall’emergenza pandemica. La ripresa sarà con tutta probabilità lenta, considerando che nel prossimo futuro gli spostamenti dall’estero verso la Svizzera saranno molto limitati e che nei settori alberghiero e della ristorazione le misure restrittive saranno mantenute per più tempo. Accanto alle misure economiche di accompagnamento per sostenere le attività, sarà importante promuovere nel breve e medio termine una strategia di marketing mirata alle esigenze di una clientela indigena.

Il settore turistico legato agli eventi, ai congressi e al tempo libero è strategico per la Città di Lugano. Fino a che non sarà disponibile un vaccino, è però difficile immaginare il pieno recupero con l’inizio della stagione turistica. Tuttavia, con la graduale riapertura delle infrastrutture nelle prossime settimane, possiamo attenderci di accogliere nuovamente i turisti della nostra regione e del resto della Svizzera nel rispetto delle misure di contenimento attualmente in elaborazione.

Il Ticino dipenderà maggiormente dall'economia globale o troverà una ragione per concentrarsi sui mercati locali? E cosa significa con questo per la comunità anglofona?

Lugano è una città internazionale e non potrebbe essere diversamente, considerando la sua posizione strategica a sud delle Alpi e la sua vicinanza con l’Italia. È probabile che questa situazione ci porterà a scoprire o a riscoprire e ad apprezzare di più ciò che la nostra regione ha da offrire. E la tecnologia può venirci in aiuto; la Città ha ad esempio lanciato di recente la piattaforma online “chilometrozero.ch”, con l’obiettivo di agevolare l’incontro tra domanda e offerta, mettendo in comunicazione produttori, esercenti, negozianti e consumatori.

Durante questa crisi ci siamo tutti affidati alla tecnologia per tenere riunioni e per esigenze professionali, come lo ha trovato?

La tecnologia ha avuto un ruolo prezioso anche in questo frangente: ci ha permesso infatti non solo di annullare le distanze, rimanendo in contatto con i nostri cari, ma anche di continuare a lavorare e a studiare con modalità del tutto nuove e innovative. Io e i miei colleghi di Municipio ci siamo adeguati alle norme per limitare il contagio e abbiamo continuato con soddisfazione la nostra attività in videoconferenza.

Aggiungo che la nostra amministrazione ha posto la digitalizzazione alla base delle sue Linee di sviluppo ed è impegnata da tempo a sostenere il cambiamento per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi erogati ai cittadini.

Il progresso ci presenta infinite opportunità che vanno colte con intelligenza e spirito critico. Sono diversi i progetti in fase di sviluppo che concretizzano questa visione e ne cito volentieri uno: la piattaforma Lugano Living Lab – ideata e promossa dalla Città nel 2019 in collaborazione con l’Università della Svizzera italiana, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e numerose aziende attive sul territorio – favorisce l’innovazione e l’integrazione della ricerca nella strategia di sviluppo economico, sociale e ambientale della Città di Lugano, in particolare nei settori dell’intelligenza artificiale e della valorizzazione dei dati. L’obiettivo è migliorare la qualità di vita e la competitività del nostro tessuto economico. Questa base di competenze e contatti già attivata ci è stata di grande aiuto.

Sono previsti "incentivi" per invogliare le "start-up" e le nuove imprese a scegliere Lugano come sede delle proprie attività?

Negli ultimi anni molto è stato fatto per promuovere la nostra regione come top destination per le start-up innovative. Sarebbe drammatico vederle scomparire a causa degli effetti nefasti di questa pandemia. Le persone che hanno creato queste aziende impiegano spesso i propri risparmi per abbracciare l’autoimprenditorialità; sono diverse le aziende ancora agli inizi che dispongono di riserve modeste. In questo momento il flusso di affari, da cui dipende la loro esistenza, si è quasi prosciugato. Il problema riguarda l’intero Paese: a livello federale e cantonale si sta discutendo sulla possibilità di implementare un sostegno mirato.

La Città di Lugano collabora con la Fondazione Agire, l’agenzia per l’innovazione del Canton Ticino; per noi resta una priorità mantenere la nostra regione attrattiva anche per le start-up.

In questo momento di crisi quale messaggio vorrebbe condividere con i suoi cittadini?

La nostra comunità ha dato prova di grande solidarietà e vicinanza. Desidero estendere un ringraziamento e un abbraccio affettuoso virtuale agli operatori sanitari che assistono i malati, ai volontari e alle numerose associazioni attive a Lugano impegnati a tendere la mano a chi si trova maggiormente in difficoltà per la pandemia. Siete l’espressione più autentica della generosità e dei sentimenti di umanità che devono sempre orientare il nostro cammino.

Ringrazio anche i numerosi lavoratori e lavoratrici in tutti i settori, dalla vendita, alla pulizia, ai trasporti, che hanno continuato a operare con discrezione e coraggio. Sono riconoscente alle cittadine e ai cittadini che hanno agito responsabilmente, limitando gli spostamenti solo per effettive necessità. Grazie al sacrificio e alla collaborazione di tutti, è stato possibile salvare vite umane e alleviare il gravoso compito con cui sono confrontate le strutture sanitarie ticinesi.

A chi purtroppo ha perso un proprio caro a causa del nuovo coronavirus, esprimo la mia commossa vicinanza.

La strada verso la normalità è ancora in salita e dovremo abituarci a convivere con nuove abitudini per un lungo periodo. Sono però sicuro che, uniti e con il sostegno dei cittadini e delle istituzioni, potremo guardare al futuro e ripartire insieme con fiducia e rinnovata speranza.


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